CINQUANTA CANI E MODI PER ESSERE FELICI

Scritto e diretto Angelo Trofa – Con Valentina Fadda, Leonardo Tomasi, Angelo Trofa – Assistente alla regia Michela Atzeni – Scenografia Pietro Rais – Costumi Salvatore Aresu – Foto Sabina Murru

L’obiettivo dello spettacolo Cinquanta Cani e modi per essere Felici è raccontare il senso di smarrimento e la delusione esistenziale descrivendo una parabola tragica nella maniera più brillante possibile.
Due individui in scena stanno per iniziare lo spettacolo e promettono di raccontare cinquanta storie struggenti e forti e contemporaneamente di dare indicazioni su come essere felici nella vita. 

Tra sorrisi e gentilezza, prima di iniziare, i due devono dare qualche delucidazione sullo svolgersi della serata. Sommersi dalle premesse i due cercano conforto nelle storie che volevano raccontare.
Imprigionati dal loro stesso obiettivo i due si muovono in un’orizzonte dove tutto fa riferimento a qualcosa che sembra raggiungibile ma non lo è. Presto la pièce diviene una trappola dove gli stessi esecutori restano tagliati fuori. 

Gli attori 

Nello spettacolo non ci sono veri e propri personaggi ma due proponenti, due figure bidimensionali che inizialmente incarnano lo stesso progetto. Il loro compito è di eseguire una parte e di incarnarla. Accolgono il pubblico, lo rassicurano, gli spiegano ciò che accade, cercano di rispondere alle loro perplessità. 

Nel corso della serata però il loro ruolo diviene meno facile, lo spettacolo non si confà alle premesse ed alle aspettative. I loro stessi ruoli sono messi in dubbio, la loro identità, già molto esigua, è una mera funzione della rappresentazione tanto da essere facilmente sostituibili. 

L’attesa e l’incompiuto 

Nel nostro progetto è inscenata un’attesa continua. Le storie dei cani promettono di essere intense ed emotivamente coinvolgenti. Quando poi le storie vengono inscenate sono incompiute o incomprensibili.
Lo spettacolo tende dunque verso l’attesa di una spiegazione, sempre ammiccata ma mai ottenuta. 

In fine lo spettacolo finisce nell’ultimo tradimento, quello di disattendere a tutte le promesse. In Cinquanta cani e modi per essere Felici c’è una tensione continua, una speranza che si trasforma. Nelle svariate situazioni che lo spettacolo propone non manca mai il senso di essere in procinto di una svolta, di un’epifania. La delusione è l’univoca risposta. Lo spettacolo mette in scena un ciclo constante di aspettative e delusioni. 

Il ritmo 

Il nostro lavoro ha una componente ritmica molto accentuata. In Cinquanta Cani e modi per essere Felici sono presenti numerose sequenze marcatamente ritmiche con velocità sostenute. Le ripetizioni assumono il valore di dissolvere il senso delle parole e trasformarle in suoni che alludono ad un senso originario. 

Tutto lo spettacolo è una struttura quasi meccanica di ripetizioni e cambi di ritmo. 

Il comico 

Il tema dello spettacolo è decisamente tragico ma la scommessa del progetto è di farne uno spettacolo comico. Cinquanta Cani e modi per essere Felici è ricco di situazioni bizzarre e colorate. I ritmi, i toni e le dinamiche sceniche tendono ad un clima brillante, distaccato, fedeli alla massima beckettiana che ci ricorda che “non c’è niente di più comico dell’infelicità”.